Rischi del caldo sul lavoro

​​Durante i mesi estivi, le alte temperature e l'umidità possono rappresentare un serio pericolo per la salute e la sicurezza per chi lavora, esponendoli al rischio di stress termico da calore e aumentando le probabilità di disidratazione, spossatezza, crampi muscolari e, nei casi più gravi, colpi di calore. Le categorie professionali più a rischio sono:

  • lavoratori all'aperto: in settori come edilizia, agricoltura, florovivaismo, raccolta rifiuti, delivery e servizi di emergenza, soggetti sia al caldo che all’esposizione diretta ai raggi UV;
  • lavoratori in ambienti chiusi e surriscaldati: occupati in settori come industria, sanità, ristorazione e zootecnia, spesso sottoposti a sforzi fisici intensi e all’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) che impediscono la dispersione del calore corporeo.

Il rischio aumenta ulteriormente in presenza di fattori personali (età, stato di salute, uso di farmaci, patologie croniche), organizzativi (turni lunghi, poche pause, assenza di acqua, zone d'ombra o ventilazione) e ambientali (esposizione diretta al sole). Particolare attenzione deve essere rivolta alle persone più vulnerabili, tra cui lavoratori stagionali, precari, persone anziane, stranieri con mansioni gravose, con limitata conoscenza della lingua e scarsa formazione in materia di sicurezza.

Conseguenze per la salute

Il corpo umano ha bisogno di mantenere una temperatura stabile. Un’esposizione prolungata al caldo può provocare:

  • disidratazione: il corpo perde liquidi e sali minerali e si avvertono stanchezza, tachicardia, cali di pressione e pelle secca
  • crampi da calore: spasmi muscolari dolorosi, spesso localizzati a gambe e addome.
  • sincope da calore: svenimenti dovuti a un calo di pressione, accompagnati da vertigini e pallore
  • esaurimento da calore: sudorazione eccessiva, debolezza, nausea, stato confusionale, con temperatura corporea superiore a 38 °C
  • colpo di calore: emergenza medica gravissima in cui la temperatura corporea supera i 40 °C, si rischiano svenimenti, convulsioni e danni permanenti agli organi.

Oltre a danni diretti sulla salute, le alte temperature possono determinare un aumento del rischio di infortuni sul lavoro: diminuisce l’attenzione, rallenta i riflessi, altera la percezione del rischio, può compromettere l’efficacia dei DPI e aumentare l’assorbimento di sostanze chimiche pericolose da parte dell’organismo.

Misure della Regione Puglia

Per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, le Ordinanze del Presidente della Giunta n. 350 e n. 398 del 2025, emanate dalla Regione Puglia, introducono, per l’estate 2025, vincoli specifici per i settori più a rischio (agricoltura, edilizia, florovivaismo, delivery), rafforzando gli obblighi di tutela per i soggetti vulnerabili e prevedendo sanzioni in caso in caso di inadempienza.

Consulta le ordinanze tra i documenti in allegato.

Cosa deve fare la datrice o il datore di lavoro

In collaborazione con RSPP e medico competente, chi assume deve:

  • valutare e aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi tenendo conto dei bollettini meteo e degli indici di calore;
  • assicurare una costante disponibilità di acqua potabile fresca e facilmente accessibile;
  • favorire pause regolari in aree ombreggiate o climatizzate;
  • prevedere l’inserimento graduale al lavoro in caso di ondate di calore;
  • garantire condizioni di recupero termico negli alloggi temporanei;
  • offrire formazione e informazione a tutto il personale, anche con materiali multilingue;
  • predisporre un Piano di sorveglianza per lo stress termico, con indicazioni semplici e precise per affrontare le emergenze.

Cosa devono fare le lavoratrici e i lavoratori

Chi lavora ha il dovere di proteggere sé stesso e di collaborare con la datrice o il datore di lavoro e la persona preposta. È fondamentale che adotti comportamenti corretti, come idratarsi regolarmente, evitando alcolici e bevande zuccherate, seguire un’alimentazione equilibrata e riconoscere tempestivamente eventuali sintomi da disidratazione o colpo di calore, segnalando ogni situazione sospetta. Deve, inoltre, usare le pause per rinfrescarsi, rimuovendo i DPI quando possibile e utilizzando zone ombreggiate o ventilate.

Ruolo del medico competente e della persona preposta

Il medico competente deve valutare le condizioni di salute del lavoratore, individuare situazioni di fragilità (patologie croniche, assunzione di farmaci, gravidanza o età avanzata) e proporre misure personalizzate come pause aggiuntive, esenzioni temporanee o soluzioni compensative. La persona preposta è il primo riferimento operativo e deve vigilare quotidianamente sull’applicazione delle misure previste, assicurandosi che lavoratrici e lavoratori rispettino le pause, si idratino, utilizzino gli indumenti adeguati e siano in buone condizioni fisiche.

Documenti

» Ordinanza regionale 350 del 2025
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» Ordinanza regionale 398 del 2025
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